Chi siamo - Riso Boni

Il riso autentico, dal cuore antico

La storia dell’azienda Agricola Boni affonda le sue radici nel pavese, a Zeccone, pochi chilometri dalla Certosa di Pavia. È nonno Gianni a dare avvio a questa avventura agricola nel 1978, abbandonando la città e la sua impresa nel settore delle vernici per trasformarsi in allevatore. La produzione di riso e altri cereali è sempre stata un punto saldo nello sviluppo dell’impresa agricola. La passione e il rispetto trasmessi dal nonno hanno permesso al nipote Matteo di prendere in mano le redini dell’azienda nel 2013.

Il fascino delle terre, della campagna rigogliosa e dei campi floridi hanno fatto nascere in Matteo il desiderio di sfuggire all’attività metropolitana e di dedicare tutte le sue energie alla campagna.

Grazie al premuroso supporto del nonno, l’azienda ha aperto le porte a una nuova era giovane e innovativa.

E dalle piscine dove Matteo era allenatore e esperto in riabilitazione, la nuova acqua che lo accoglie è quella che inonda le risaie che prendono il posto dei pascoli.

L’azienda cambia, e l’arrivo di una nuova linfa le permette di crescere: l’introduzione dei più innovativi sistemi tecnologici consente in pochi anni di ottenere prodotti di qualità riconosciuti dagli enti italiani e da consumatori sempre più appassionati di questo prodotto dal sapore antico, lavorato secondo i più moderni criteri tecnologici.

Il territorio

Sui 50 ettari dell’Azienda Agricola Boni le risaie e i campi di granturco, alternati ai filari di pioppi, disegnano il paesaggio di questo angolo del Pavese, in uno scenario creato insieme dalla natura e dal secolare lavoro dell’uomo. Le opere di riqualificazione idrica hanno trasformato nel tempo una terra paludosa in un susseguirsi di fertili e rigogliosi campi, in una scacchiera regolare i cui contorni sono tracciati da strade e tratturi e in cui l’architettura delle tradizionali cascine lombarde si fonde perfettamente. E se da una parte l’abitato di Zeccone custodisce una storia che risale al medioevo, fatta di commerci tra Pavia e Milano e di scambi lungo la via Vigentina, dall’altra la Certosa sembra incarnare nell’eleganza delle sue geometrie il rapporto tra l’uomo e la terra. Una terra che ha nell’acqua la sua forza: i fontanili assicurano acqua abbondante a temperatura quasi costante, habitat ideale per il riso. E il riso definisce con la sua presenza non solo la geografia del paesaggio, ma anche la storia, la cultura e la gastronomia di questo angolo tra Ticino e Po. Sulle tavole il riso è sempre presente, in piatti che vedono protagonisti anche altri ingredienti “d’acqua”: su tutti il risotto alla certosina, con gamberi d’acqua dolce e rane.

La tradizione

Azienda agricola Boni

È nonno Gianni a dare avvio a questa avventura agricola nel 1978, abbandonando la città e la sua impresa nel settore delle vernici per trasformarsi in allevatore. La produzione di riso e altri cereali è sempre stata un punto saldo nello sviluppo dell’impresa agricola.

La passione e il rispetto trasmessi dal nonno hanno permesso al nipote Matteo di prendere in mano le redini dell’azienda nel 2013. Il fascino delle terre, della campagna rigogliosa e dei campi floridi hanno fatto nascere in Matteo il desiderio di sfuggire all’attività metropolitana e di dedicare tutte le sue energie alla campagna.

I terreni

Il cuore della pianura padana

È nonno Gianni a dare avvio a questa avventura agricola nel 1978, abbandonando la città e la sua impresa nel settore delle vernici per trasformarsi in allevatore. La produzione di riso e altri cereali è sempre stata un punto saldo nello sviluppo dell’impresa agricola.

L’azienda sorge nel cuore della Pianura Padana, in una delle zone maggiormente vocate alla coltivazione del riso Carnaroli: proprio questo prodotto ha permesso all’azienda di eccellere con i competitors. Il riso Boni gode di condizioni molto favorevoli alla crescita e alla maturazione, dettate proprio dalla natura dei terreni. 
Il più ampio appezzamento dell’azienda è costituito da quelle che un tempo erano delle marcite: rialzate a schiena d’asino per non aver ristagno d’acqua per lo sfalcio dell’erba per gli animali, queste terre sono molto fertili. La loro natura argillosa le rende molto impermeabili, assicurando un notevole risparmio di acqua. L’argilla è di per sé l’ambiente perfetto per la crescita del riso: trattiene infatti l’acqua, e l’acqua si riscalda più facilmente consentendo ai terreni di non dilavarsi e trattenere le sostanze organiche che vengono fornite al terreno.

Sui 50 ettari dell’Azienda Agricola Boni le risaie e i campi di granturco, alternati ai filari di pioppi, disegnano il paesaggio di questo angolo del Pavese, in uno scenario creato insieme dalla natura e dal secolare lavoro dell’uomo. Le opere di riqualificazione idrica hanno trasformato nel tempo una terra paludosa in un susseguirsi di fertili e rigogliosi campi, in una scacchiera regolare i cui contorni sono tracciati da strade e tratturi e in cui l’architettura delle tradizionali cascine lombarde si fonde perfettamente. E se da una parte l’abitato di Zeccone custodisce una storia che risale al medioevo, fatta di commerci tra Pavia e Milano e di scambi lungo la via Vigentina, dall’altra la Certosa sembra incarnare nell’eleganza delle sue geometrie il rapporto tra l’uomo e la terra.

Le coltivazioni

RISPETTO AGRO AMBIENTALE

La coltivazione avviene interamente all’insegna del rispetto agro ambientale. Appena dopo il raccolto, si comincia subito a lavorare per l’annata successiva, con le colture vernine, che vengono trinciate e interrate nella fase di pre semina primaverile.

Si ricomincia in autunno, con la pre semina: i terreni vengono preparati, creando una condizione utile a far sì che in primavera le diverse lavorazioni si svolgano nel modo più tempestivo e meno invasivo possibile. Si è visto come il sovescio fornisca al terreno sostanze nutritive, vero e proprio concime che supporta le attività primaverili. Si prepara poi il letto di semina con una falsa semina: in questo modo le infestanti nascono e possono essere distrutte meccanicamente e non attraverso l’utilizzo del glifosate. In questa operazione il tempismo è fondamentale, occorre saper calcolare il momento giusto, e avere una profonda conoscenza della natura e dei suoi tempi. Tra marzo e aprile si procede con la semina, e poi con la concimazione. A metà giugno il riso è alto 15-20 cm e si comincia a bagnare, si alternano le bagnature classiche e le azioni concimanti con una rotazione da definire a seconda delle caratteristiche di ciascuna annata e di ciascuna stagione.

Chi siamo

Il nostro team